Auto storiche e libro per rivivere il mito del Circuito del Castello

Sabato prossimo tra corso San Giorgio e piazza Martiri l’Aci riporta i teramani agli anni ’40-’50

TERAMO – L’Automobile Club di Teramo celebrerà sabato prossimo il mitico ‘Circuito del Castello’ con una esposizione di auto storiche e la presentazione di un libro dedicato alle corse dell’epoca in cui il tracciato cittadino era uno dei più impegnati del panorama competitivo dei motori.

L’iniziativa, voluta dal presidente dell’Aci di Teramo Carmine Cellinese, vedrà rivivere il ricordo del percorso attraverso il libro scritto dal giornalista Paolo Martocchia e promosso dall’Aci, ‘Circuito del Castello – Automobilismo e crescita sociale nella Teramo del Novecento’, che verrà presentato in piazza Martiri alle 18:30 di sabato.

Le auto d’epoca saranno esposte lungo corso San Giorgio.

Teramo era la città natale di corridori famosi, uomini con le competizioni nel sangue come Giovanni e Lulù Spinozzi, il Marchese Diego De Sterlich Aliprandi, Alberto Guerrieri e Alfonso Migliori e fu in questo scenario che si innestò il Circuito del Castello, un tracciato cittadino di km 3,212 che si snodava tra viale Bovio e viale Cavour in particolare. Il 29 maggio del 1949 attraverso i giornali dell’epoca arriva il racconto di una giornata indimenticabile come non s’era mai vista: un tripudio di folla e di colori, spettatori
accorrevano da ogni dove per stiparsi sui palchi, ai bordi delle strada, su ogni finestra e su ogni
balcone disponibile. Ad alimentare maggiormente l’entusiasmo e l’eccitazione degli spettatori poi,
l’idolo locale: il teramano Berardo Taraschi, vincitore poi della prima, della ottava e della nona
edizione del Circuito del Castello.

Il Circuito del Castello – spiega il presidente Aci Carmine Cellinese – per importanza e ricercatezza via via sempre maggiori, si impose così negli ambienti sportivi internazionali come gara ad alto livello ma anche come manifestazione turistica d’attrazione e come fattore di richiamo per il pubblico non soltanto sportivo. Erano tempi in cui lo spirito agonistico e la passione erano tutto ciò che muoveva sportivi ed organizzatori e lo sport, sapeva quindi elevarsi a una forza di pura idealità, che forse oggi, non si riscontrano più. Noi come Aci quali ideali e quei valori li portiamo avanti con una passione che resta immutata nel tempo e che con la stessa energia riproponiamo con la divulgazione di testa che ci tengono viva la memoria del nostro passato e i valori che devono guidarci ora come in futuro”.